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Il countdown a destra parla chiaro: siamo in Quaresima. Altrettanto chiaro parla la vecchia donna che vedete sempre a destra.
Da oggi, infatti, le Quarantane vegliano sulle strade principali della nostra cittadina e scandiscono, giorno dopo giorno, i quaranta giorni che ci separano dalla Resurrezione del Signore.
Secondo una tradizione che si perde nei secoli, la Quarantana rappresenta la vedova del rubicondo Carnevale, morto per sovraffollamento intestinale, aveva mangiato davvero troppo.
La Quarantana è quindi vestita con gli abiti del lutto che, secondo la tradizione tramandata nei secoli di padre in figlio, devono essere rigorosamente in cotone o seta, unici tessuti infiammabili. Il corpo della donna è invece formato da un'anima in ferro ricoperta con fogli di giornale e buste in plastica per preservare il fantoccio dalle intemperie, non poche in questo periodo dell'anno.
Nelle mani della donna si scopre un vero e proprio tesoro popolare. Un fuso esorta, infatti, la gente al lavoro in attesa della Resurrezione. Il melograno, sostituito spesso da un'arancia, ricorda che il periodo primaverile, il più fertile dell'anno, sta arrivando e le sette penne di gallina conficcate in esso indicano le settimane di Quaresima e, settimana dopo settimana, diminuiscono.
Per quest'anno la Quarantana non sarà solo in carta e ossa per le strade della città ma il Blog della Settimana Santa ha deciso di regalarvi una sua versione virtuale che campeggerà per tutta la durata della Quaresima nella barra a destra. Domenica dopo Domenica le penne di gallina cadranno una ad una fino alla Domenica di Pasqua quando... bè questo lo scoprirete solo il prossimo 4 aprile!

 
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Anche quest’anno l’Azione Cattolica - Coordinamento cittadino di Ruvo - aderisce alla campagna “M’illumino di meno” promossa dalla popolare trasmissione radiofonica Caterpillar, in onda su RAI Radio 2.

L’iniziativa si traduce in un invito a spegnere, nella serata di venerdì 12 febbraio 2010, un luogo simbolo della propria città al fine di promuovere una giornata del Risparmio Energetico. Un “silenzio energetico” che, seppur in senso metaforico, vuole sottolineare la necessità di ridurre quei consumi il cui soddisfacimento diventa sempre più insostenibile. Al rappresentante della civica amministrazione, dunque, è stato suggerito di spegnere, dalle 19 alle 20 la centralissima Piazza Matteotti, proposta che è stata prontamente recepita dagli organi di palazzo Avitaja assicurando disponibilità e sostegno all’iniziativa

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Un'ulteriore tappa, molto attesa, si aggiunge nel percorso di realizzazione e fruizione del Museo diocesano, inaugurato il 18 giugno scorso. Sarà una cooperativa di giovani, competenti in materia, la FeArt, che ne promuoverà la valorizzazione e la fruizione, in stretta intesa con il Direttore diocesano, don Pietro Rubini, e l'Ufficio di Arte Sacra. Apertura a partire dal 30 gennaio prossimo secondo il seguente calendario:
Tutti i sabato e domenica e festivi infrasettimanali
Orari invernali:
9,30 - 12,30     16,00 - 19,00
Orari estivi:
10,00 -13,00     17,00 - 20,00


Giorni feriali su prenotazione per scolaresche e gruppi organizzati.

Per INFO E PRENOTAZIONI: Tel. 348/4113699
e-mail: [email protected]

 
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La processione del 2008
Oggi, 3 febbraio, festa del Santo Patrono San Biagio. Dalle 18.00 Santa Messa Pontificale col Vescovo e a seguire Processione con tutte le Confraternite della Città e con le autorità. Al termine Bacio della Reliquia.

Piccole note sulla TRADIZIONE A RUVO.
San Biagio è protettore di Ruvo di Puglia (BA), dal momento che nel 1857 in occasione di una grave epidemia che colpì; la gola di molti bambini, fu esposta la reliquia del Santo che compì il prodigio di far scomparire il morbo e da quel momento fu eletto protettore della città;. Nel corso delle celebrazioni la tradizione prescrive la benedizione dei nastrini (re mesiure), che vengono messi al collo dei bambini e tarallini di varia forma (frecedduzze), raffiguranti la mano benedicente, il bastone e la mitra del Santo.

Le foto del 2008 - Iconografia del Santo nelle Chiese Ruvesi

 
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L'interno della Chiesa di San Domenico, sede dei festeggiamenti
Ieri vi abbiamo raccontato la storia della festa della Candelora. Oggi 2 Febbraio vi proponiamo, invece, il programma dei festeggiamenti promossi dalla Confraternita della Purificazione-Addolorata.

Martedi 2 Febbraio le S.Messe saranno Celebrate alle ore 7.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 11.30. Alle 8.30 in contrada Belluogo sarà effettuata la Diana Pirotecnica mentre dalle 17.30 alle 21.00 ci sarà un'esibizione itinerante a cura della Bassa Banda Cittadina.
Alle 18.30 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Tommaso Tridente, Vicario Generale Diocesano con Ammissione dei nuovi Confratelli e Consorelle. Al termine della Celbrazione il lancio di un pallone aerostatico concluderà i Solenni Festeggiamenti.

Il Priore della Confraternita Michele Montaruli
Il Parroco Don Vincenzo Speranza
 
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Fondata nel 1719 dal gesuita Padre Domenico Bruno, al termine di una missione popolare nella città di Ruvo, la confraternita venne intitolata alla Purificazione della Beata Vergine Maria e posta sotto la particolare protezione di S. Ignazio di Loyola. La scelta del titolo, non fu certamente casuale ma rispondeva ad una particolare indicazione dei padri gesuiti, i quali imponevano ai nuovi sodali di intitolare alla Vergine Maria la congregazione di nuova fondazione, lasciando la possibilità di scegliere tra le sette feste della Madonna (Natività, Presentazione di Maria al tempio, Immacolata Concezione, Purificazione, Annunciazione, Visitazione e Assunzione). Erano gli stessi padri fondatori a raccomandare, inoltre, la realizzazione di una pala d’altare raffigurante la Vergine Titolare contornata da varie scene della vita di Maria. A distanza di due anni dalla fondazione e in seguito al trasferimento dall’angusta chiesa di S. Carlo in quella più accogliente di S. Maria di S. Luca (attuale chiesa dei S. Medici), i confratelli commissionarono all’artista napoletano Giuseppe Mastroleo, la splendida tela raffigurante la Purificazione della Madonna con i Santi gesuiti, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio in primo piano. Il dipinto venne collocato in una maestosa macchina barocca sull’altare maggiore della chiesa di S. Maria di S. Luca ed ivi rimase fino al 1810 allorché la confraternita si trasferì nella chiesa di S. Domenico della quale aveva nel frattempo conseguito il possesso.