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Fondata nel 1719 dal gesuita Padre Domenico Bruno, al termine di una missione popolare nella città di Ruvo, la confraternita venne intitolata alla Purificazione della Beata Vergine Maria e posta sotto la particolare protezione di S. Ignazio di Loyola. La scelta del titolo, non fu certamente casuale ma rispondeva ad una particolare indicazione dei padri gesuiti, i quali imponevano ai nuovi sodali di intitolare alla Vergine Maria la congregazione di nuova fondazione, lasciando la possibilità di scegliere tra le sette feste della Madonna (Natività, Presentazione di Maria al tempio, Immacolata Concezione, Purificazione, Annunciazione, Visitazione e Assunzione). Erano gli stessi padri fondatori a raccomandare, inoltre, la realizzazione di una pala d’altare raffigurante la Vergine Titolare contornata da varie scene della vita di Maria. A distanza di due anni dalla fondazione e in seguito al trasferimento dall’angusta chiesa di S. Carlo in quella più accogliente di S. Maria di S. Luca (attuale chiesa dei S. Medici), i confratelli commissionarono all’artista napoletano Giuseppe Mastroleo, la splendida tela raffigurante la Purificazione della Madonna con i Santi gesuiti, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio in primo piano. Il dipinto venne collocato in una maestosa macchina barocca sull’altare maggiore della chiesa di S. Maria di S. Luca ed ivi rimase fino al 1810 allorché la confraternita si trasferì nella chiesa di S. Domenico della quale aveva nel frattempo conseguito il possesso.

Il 2 febbraio, cioè il 40° giorno dopo Natale, Maria compie la sua purificazione, secondo le prescrizioni veterotestamentarie (Lv. 12, 1-8),infatti, una donna restava impura per 40 giorni dopo aver partorito un maschio (per 80 giorni dopo aver partorito una femmina), era pertanto necessario, offrire al Tempio di Gerusalemme, come sacrificio di espiazione, una pecora e una colomba, o in caso di povertà soltanto due colombe. Un figlio primogenito, inoltre, era considerato proprietà di Dio e doveva essere presentato a Lui e riscattato con un’offerta in denaro. Maria e Giuseppe, in ossequio a tali disposizioni, condussero Gesù al Tempio e la Madonna compì insieme il sacrificio della sua purificazione e il riscatto del suo primogenito, mentre il Profeta Simeone, ricevendo il bambino tra le sue braccia, riconobbe Gesù come “Luce per illuminare le genti” e profetizzò il futuro dolore di Maria, a causa della morte del suo figlio. Dopo il Concilio Vaticano II, il nuovo messale romano, ha modificato il nome della festa, ponendo al centro dell’attenzione la Presentazione di Gesù al Tempio, piuttosto che la Purificazione della Madonna, in considerazione del fatto che Maria, secondo l’insegnamento della Chiesa, essendo senza colpa e senza peccato, non aveva certamente bisogno di purificarsi. I Padri conciliari, hanno lasciato tuttavia la possibilità, là dove, come nel nostro caso, vi fosse un’antica tradizione, di poter dare risalto anche alla Purificazione di Maria. La confraternita festeggia, dunque, il 2 febbraio la sua festa “patronale”, non a caso è in tale giorno che vengono accolti i nuovi confratelli e le nuove consorelle, che, proprio dinanzi al dipinto della “Purificazione della Madonna”, indossando l’abito confraternale, celebrano il loro ingresso solenne in confraternita.

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